Fassino nella sua Torino saluta i Ds, ma promette “non me ne vado via”
Stringe la mano a giovani ed anziani, discute di welfare e parla con loro di pensioni e disoccupazione. L’ultima giornata di Piero Fassino da leader dei Ds scivola via così, tra le corsie di un supermercato, le bancarelle degli ambulanti di piazza Santa Giulia e un locale alla moda nel centro della sua Torino. Le primarie di domani, per le quali corre a sostegno di Walter Veltroni, sanciranno di fatto il suo addio alla segreteria del partito che guida dal 2001. E lui ha scelto la città in cui, ancora ragazzino, ha mosso i primi passi in politica per salutare il passato e tuffarsi nel futuro del Partito Democratico. “Vivo questo passaggio con soddisfazione”, assicura senza mostrare rimpianti. “Ho impegnato tutte le energie di questi anni all’obiettivo di creare un grande partito – prosegue – in grado di unificare tutte le storie, le esperienze e le culture progressiste e riformiste d’Italia e, finalmente, ci siamo arrivati”. La gente lo saluta come uno di loro: “Lei è una bella persona”, “la voto di sicuro”, “dal vivo è più bello che in televisione”, gli dicono posando per terra le borse della spesa.