Veltroni chiude al Lingotto la campagna per il Partito Democratico
Il verdetto arriverà solo domenica. Ma la scelta di Walter Veltroni di tornare al Lingotto per chiudere la campagna elettorale simboleggia che il sindaco di Roma non è pentito di nessuna delle scelte fatte. Neppure di aver incalzato in nome dell’innovazione la maggioranza e il governo con proposte che hanno creato fraintendimenti e sospetti. Perché, scandisce una volta per tutte da Torino, “dal Pd ci si deve aspettare un sostegno leale e convinto a Prodi fino al 2011”. Ma al tempo stesso, fa intendere, quello che nasce domenica sarà un partito “dell’innovazione e della decisione”. Dal giorno della sua discesa in campo, sempre a Torino, il sindaco di Roma ha coniugato le parole d’ordine del partito che sarà: innovazione, lotta ai conservatorismi, riforme, democrazia della decisione, ma anche un nuovo linguaggio meno feroce tra i poli. Oggi al Lingotto chiude il cerchio e le parole restano quelle. Così come l’obiettivo di fare del Pd “un partito di persone, un partito di popolo, che spera, che non odia”. Una giornata, quella torinese di Veltroni, che si era aperta alla Reggia di Venaria e che era continuata col pranzo a casa di una famiglia di operai in un quartiere operaio di Torino.