11 NOVEMBRE 1906 – Nasce a Demonte Graziella Romano detta Lalla
“ Scrivere vuol dire scrivere di sé in modo più o meno dichiarato… scrivere per me è stato anche il tramite per entrare nelle vite degli altri”
Nata da una famiglia di antiche origini piemontesi e cresciuta in un ambiente ricco di sollecitazioni e interessi culturali, dopo il liceo, frequentò la facoltà di lettere presso l’Università di Torino. Due docenti influenzarono in modo profondo la sua formazione: Lionello Venturi e Ferdinando Neri. Personalità eclettica e dotata di una profonda creatività, frequentò la scuola di pittura di Felice Casorati e iniziò a interessarsi di critica d’arte. Lalla Romano concluse il corso di laurea a pieni voti con una tesi sulla letteratura romanza e sui poeti del “dolce stil novo”. Fece per qualche tempo la bibliotecaria a Cuneo, poi si trasferì a Torino con il marito Innocenzo Monti e con il figlio; insegnò, in vari istituti, Storia dell’arte, ma non smise mai di coltivare la poesia e la pittura: sue autentiche passioni, i suoi quadri furono esposti in molte mostre sia personali che collettive. Nel 1941, su esplicito incoraggiamento di Eugenio Montale, pubblicò la prima raccolta di poesie: Fiore.
Nel periodo della seconda Guerra Mondiale torno a vivere a Cuneo, dove entrò in contatto con i partigiani e aderì al Partito d’Azione, nello stesso tempo Cesare Pavese le commissionò la traduzione dei Tre racconti di Flaubert.
Terminata la guerra raggiunse il marito a Milano, dove riprese ad insegnare e iniziò a lavorare a una raccolta di brevi testi in prosa, La Metamorfosi con cui esordì nella narrativa nel 1951.
Nel 1953 venne pubblicato il suo primo romanzo Maria, che aveva già ottenuto l’approvazione di Cesare Pavese, Natalia Ginzburg e Elio Vittorini. Montale stesso lo elogiò sulle pagine del Corriere, fu un successo, e l’anno seguente vinse il premio Veillon. Ma la vera notorietà, Lalla Romano, la raggiunse nel 1969 con la pubblicazione del suo quinto romanzo Le parole tra noi leggère, vincitore del Premio Strega e best-seller dell’anno.
Attenta al quotidiano ma senza perdere di vista l’universale, interessata agli esseri umani, al tessuto sociale in cui si sviluppano i rapporti affettivi e familiari, Lalla Romano si fece interprete delle storie con sensibilità femminile senza però mai cadere nel sentimentalismo e nel vittimismo. Attraversò tutto il ‘900 con luci e ombre, silenzi lunghissimi e attività febbrile, come poetessa e scrittrice di saggi, recensioni, racconti. Rimase attiva fino alla fine dei suoi giorni, nonostante la cecità che la colpì. Morì a Milano, nella sua casa di via Brera, il 26 giugno del 2001. Aveva 95 anni.