6 NOVEMBRE 1994 – Alluvione in Piemonte.
L’alluvione del novembre 1994 è stata la più grave catastrofe naturale che ha colpito la nostra regione negli ultimi settant’anni.
Piove incessantemente da giorni e, per una serie di eventi e combinazioni atmosferiche, la perturbazione non riesce ad allontanarsi dai cieli piemontesi. I fiumi sono al limite di guardia, e domenica 6 novembre il Tanaro, il Covetta e il Bovina fuoriescono in contemporanea dai loro letti. Travolgono con una valanga d’acqua tutto ciò che incontrano.
Le province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino vengono duramente colpite, i danni sono ingenti: oltre 100 le vittime e più di 5.000 gli sfollati, molti rimarranno senza abitazione. Il conteggio dei danni si fermerà a 10 miliardi di lire. In tre giorni sono caduti oltre 600 mm di pioggia, circa un terzo del totale delle precipitazioni annuali. La piena del Tanaro inizia a fare danni a Ceva e causa ancora maggiori problemi dopo la confluenza con la Stura di Demonte nei pressi di Cherasco. Ma anche Asti e Alba subiscono notevoli danni, con l’ inondazione parziale anche degli stabilimenti Ferrero. Alessandria che da sempre considera il Tanaro un fiume amico e innocuo, tanto da soprannominarlo “Tani bunason”, si ricrede amaramente: le acque sommergono il 50% della città, molte le case e le strade sventrate, centinaia di persone sfollate, tantissime attività produttive messe in ginocchio, scuole chiuse, linee ferroviarie interrotte. Man mano che la piena del Tanaro si avvicina alla confluenza con il fiume Po cresce il giustificato allarme, la confluenza con l’Orco nei pressi di Chivasso fa crollare un ponte, a Trino Vercellese il centro cittadino viene sommerso dalle acque e vengono registrati danni anche alla centrale nucleare. Non di poco conto sono le rovine provocate dallo straripamento della Dora Baltea nel Canavese.
Un Piemonte in ginocchio che però saprà rialzarsi e costruire – dopo quella terribile esperienza – una legge di tutela idrogeologica tra le più avanzate d’ Europa.