Pullman sequestrato: terzo arresto, restano dubbi
“Lo abbiamo appena preso, lo stanno portando qui in caserma…” dice il colonnello Pasquale Capriati, comandante dei Carabinieri di Novara. È durata poco più di 20 ore la fuga di Rustan Ahmet, 21 anni, albanese, l’ultimo dei dirottatori dell’autobus alessandrino. Lo hanno catturato nell’androne della sua abitazione in via Savona a Milano. Aveva una pistola con il colpo in canna. Era già stato in carcere. Una cattura quasi casuale. I Carabinieri erano andati a chiedere ai vicini da quant’è che non lo vedevano, lui è arrivato. Era solo, non ha opposto resistenza. Trattenuto per un’ora in caserma a Novara – dove non ha praticamente aperto bocca – è stato poi portato a Torino per essere interrogato dai magistrati Maddalena e Laudi. Deve spiegare tante cose: anzitutto come ha fatto ad arrivare da Trecate a Milano. Chi l’ha aiutato nella fuga. Ma soprattutto le ragioni del folle dirottamento dell’autobus, col sequestro di una quindicina di persone. Già, perché su questo non c’è ancora chiarezza. I due arrestati ieri dai Carabinieri e dalla Polizia, Ali Muka e Armand Albrahimi, danno versioni diverse. Chi dice che l’hanno fatto per rapinare i passeggeri, chi per un’azione dimostrativa. E poi c’è il fatto che a casa di un malvivente è stato sequestrato materiale satanista: gli inquirenti non darebbero peso a questa pista, che servirebbe solo a delineare la personalità di questi balordi. Balordi che hanno agito sotto l’effetto della cocaina come han dimostrato le analisi effettuate all’ospedale di Novara. Insomma, una vicenda che si è chiusa con un lieto fine. Tutti i passeggeri, anche quelli feriti, stanno bene, e i sequestratori catturati. Ma resta ancora molto da chiarire. Al momento, comunque, l’ipotesi più accreditata dagli investigatori è quella di una rapina finita male. “Avevano dei debiti in un ambiente particolare (forse quello della droga,ndr.) – spiega il questore di Novara, Salvatore Mulas, che con i suoi uomini ha contribuito in modo determinante al buon esito dell’operazione – e come fanno spesso in Albania hanno deciso di organizzarsi un “rapinozzo”. Assaltare le corriere, a Tirana, è quasi un’abitudine: ne saccheggiano una al giorno”. Le accuse nei confronti della banda sono di “tentata strage – precisa il col. Capriati, – e sequestro di persona a scopo estorsivo”. Ma sin dalle prime ore, nelle indagini si sono affacciati anche altri sospetti. “Siamo di fronte ad una criminalità comune, ma anomala”, è il commento del procuratore capo di Torino, Marcello Maddalena, che coordina le indagini sul dirottamento del pullman.