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06 maggio 2007

Tabaccaio ucciso per rapina a Torino

Si sa soltanto che sono due italiani. Gli uomini della Squadra Mobile di Torino guidati da Sergio Molino, dopo aver sentito decine di testimoni son riusciti a chiarire con certezza che gli assassini del tabaccaio di corso Orbassano sono due balordi italiani. Di più gli inquirenti non dicono, anche se pare di capire che chi ha ucciso il commerciante doveva sapere che tutte le sere Claudio Monetti andava alla cassa continua della Banca Sella per depositare alcune migliaia di euro, l’incasso della giornata. Così anche ieri sera. Mentre effettuava le operazioni di versamento, però, due giovani – forse tossici – gli si sono avvicinati, ne è scaturito un diverbio, una colluttazione, due coltellate al torace del tabaccaio, una gli ha reciso l’aorta. Inutile la corsa in ospedale. Claudio Monetti era sposato con una agente di Polizia Ferroviaria e lascia due bimbi piccoli. Oggi si è radunata tanta gente di fronte alla banca in corso Orbassano, tutti dicono che questo è un quartiere tranquillo, ma lamentano anche l’assenza di telecamere al bancomat della banca. “Non è mai successo niente… si può uscire anche di sera, senza pericoli… perché davanti a quel tabaccaio ci sono telecamere e qui no? adesso magari avremmo le immagini degli assassini…” dice la gente. Mentre esplode la polemica politica sulla sicurezza nelle città, da registrare la protesta dei tabaccai: “Siamo stufi di contare i morti, quattro negli ultimi mesi – dice il presidente della Federazione che raccoglie le 56mila tabaccherie italiane – lo stato deve accorgersi del problema”. La morte violenta di Claudio Monetti, il tabaccaio di 38 anni, padre di 2 bimbe, accoltellato ieri sera davanti alla cassa continua della Banca Sella di corso Orbassano, a Torino, ha fatto precipitare i commercianti di Torino e non solo, la categoria dei tabaccai, la sua famiglia e anche le forze dell’ordine (la moglie è una poliziotta) in uno stato di profonda tristezza. “Non siamo solo molto tristi per quanto accaduto a Monetti – ha detto oggi la presidente dell’Ascom di Torino, Maria Luisa Coppa, – ma ci sentiamo anche terribilmente impotenti e arrabbiati”. Secondo Coppa, i commercianti che muoiono in questo modo, in trincea, nella funzione del loro lavoro sono da considerare “vittime del lavoro”. La famiglia si è chiusa nel suo dolore. Ieri sera il padre del giovane uomo ucciso, Bartolomeo Monetti, titolare della tabaccheria prima del figlio a cui aveva poi lasciato tutto in mano, questa notte, piangendo, ha detto alla polizia: “Trovate voi quei disgraziati, perché se li trovo prima io li ammazzo”. La moglie del tabaccaio, Susanna Dauriola dal suo appartamento a Grugliasco, alle porte di Torino, ad una decina di chilometri dal negozio, chiede solo di essere lasciata tranquilla: “Siamo sconvolti, ancora non ci siamo resi conto di quanto è accaduto”.



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