Rischia di scomparire la Fiera del bue grasso
La Fiera ha origini antiche, poiché si hanno notizie che fin dal 1473 si tenevano in Carrù i mercati di bestiame con frequenza bisettimanale. Il duca Vittorio Amedeo I, con un decreto in data 15 ottobre 1635, concesse alla comunità carrucese di tenere una fiera annuale, da farsi ricadere dopo la festa di San Carlo (4 novembre), per la durata di tre giorni. La prima fiera del bue grasso si svolse il 15 dicembre 1910 e fu istituita per volontà dell’Amministrazione Comunale e del Comizio Agrario di Mondovì, per porre rimedio alla grave carenza di animali da macello ed al conseguente aumento dei prezzi della carne. Ora è diventata un tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico, la cui importanza è diffusa anche fuori dai confini regionali, con la finalità di promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità. Ora la fiera rischia di sparire perché non ci sono più buoi adatti a questa rassegna, sono rimasti solo una trentina di esemplari. Il bue grasso era il trattore delle campagne, ne rimangono pochi capi. È nata l’associazione di allevatori La Granda per difendere il bue grasso e per incrementarne la produzione.