A dieci anni di distanza, Torino oggi ricorda l’incendio che l’11 aprile 1997 devastò il Duomo. Un evento seguito con apprensione in tutto il mondo anche perché coinvolse la Cappella del Guarini dove era custodita la teca con il Sacro Lino che, secondo la tradizione cattolica, riporta impresse le fattezze di Cristo dopo la deposizione dalla croce. Nel marzo dello scorso anno, la Corte d’Appello ha chiuso definitivamente – e senza colpevoli – il caso giudiziario dichiarando la prescrizione dei reati. In primo grado, il 27 settembre 2004, erano stati condannati un custode – accusato di avere dato l’allarme in ritardo – e quattro responsabili di un’azienda che all’epoca stava terminando dei lavori di restauro nella cattedrale. Il rogo, secondo quanto è stato possibile appurare nel corso del procedimento, si scatenò per “una causa elettrica”, forse per un faretto lasciato acceso o per una specie di corto circuito chiamato in gergo “arco elettrico”. I lavori di restauro stanno ora procedendo velocemente. La Cappella della Sindone potrà infatti riaprire al pubblico in anticipo di due anni rispetto alle previsioni che indicavano la fine dei lavori nel 2011. Il cantiere potrebbe chiudere già nel 2008. Dopo una breve fase destinata al collaudo, il pubblico potrebbe essere riammesso nella cappella della Sindone già nella primavera del 2009, con largo anticipo anche sulle manifestazioni in programma nel 2011 per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che, comunque, non prevedono l’Ostensione. Attualmente la Sindone è custodita nella teca blindata sotto la tribuna reale del Duomo.

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