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03 aprile 2007

Sequestro Vergani: arrestato nega, covo non riconosciuto

Respinge ogni accusa Virgilio Giromini, 46 anni, il presunto rapitore di Barbara Vergani, la ragazza di 24 anni di Miasino sequestrata sabato sera a Borgomanero (Novara) e rilasciata dopo 26 ore. Giromini, anche lui di Miasino, aveva lavorato in passato come autista per il padre della ragazza in un albergo di proprietà della famiglia, il Ramada Hotel. L’uomo é stato arrestato con l’accusa di essere il presunto telefonista della banda. Le forze dell’ordine stanno ora cercando i due presunti carcerieri della ragazza. “ Non sono stato io, ho paura di parlare, ma io comunque non c’entro” ha detto l’uomo durante l’interrogatorio. Le forze dell’ordine avevano ipotizzato che la prigione della ragazza si trovasse in una casetta al fianco dell’abitazione dei Giromini, ma Barbara non ha riconosciuto quel luogo come quello dove sarebbe stata tenuta segregata. Una mezza battuta d’arresto per le indagini,ma in mano agli inquirenti rimangono le due schede telefoniche sequestrate a Giromini utilizzate per contattare il padre della ragazza e la macchina da scrivere che potrebbe essere stata usata per scrivere la lettera con la richiesta del riscatto. Nella zona di Miasino, Giromini, il meccanico disoccupato, era considerato un bravo ragazzo. Per questo oggi faticano in molti a immaginarlo mentre veste i panni del sequestratore. Dal canto suo il Questore di Novara, Salvatore Mulas, ha sottolineato che gli investigatori “stanno cercando di lavorare per centrare altri obiettivi”. “È stata – ha aggiunto – una bella indagine. Un pezzo di antologia dal punto di vista investigativo”. Mulas ha una vasta esperienza sul fronte dei sequestri di persona: a partire da quello di Farouk Hassam, uno dei più noti, per finire a quello di Augusto De Megni. “In questo caso – ha precisato – l’attività svolta ha dato riscontri importanti. Abbiamo avuto pochissimo tempo per muoverci. Con l’ostaggio a casa e un fermo ora possiamo respirare un po’ di più, ma non possiamo permetterci di sbagliare le nostre mosse”.



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