Libera ragazza rapita: “Ho avuto paura, ma li perdono”
Legata mani e piedi con catene attaccate ad un anello fissato al muro della sua prigione, e con lo scotch a coprirle gli occhi. Barbara Vergani ha avuto “paura di morire”. E durante il suo rapimento ha spesso pensato “di non riabbracciare più la sua famiglia”. Ma ora che l’incubo è finito ed è tornata nella sua casa di Miasino, circondata dall’affetto di papà Carlo e mamma Elisabeth e dall’amore del fidanzato Niccolò, questa ragazza di 24 anni trova la serenità d’animo di perdonare i suoi carcerieri, come le hanno chiesto prima di liberarla. Perché anche se “non hanno fatto una cosa giusta – dice – sono sempre stati gentili e, in fondo, non mi hanno trattato male”. Il sorriso che l’agguato di sabato sera ha cancellato per 26 interminabili ore è di nuovo tornato ad illuminarle il viso. “Sono felice, ma proprio felice”, dice Barbara ai giornalisti in mezzo alle camelie bianche e rosa del giardino di casa sua. Per fortuna l’epilogo è stato positivo ed ora anche papà Carlo, che la abbraccia e la bacia, riesce a perdonarli. “A patto che si ravvedano”, è la sua condizione.