Delitto Cogne: difesa punta su mozione degli affetti
“Parliamo di un bambino che non c’è più….” È iniziata con una mozione degli affetti stamattina l’arringa del difensore di Anna Maria Franzoni, Paola Savio. Ma subito dopo, appena usciti dall’aula la mamma e il papà di Samuele, le foto choc. Immagini che ritraggono la testa ferita di Samuele all’obitorio di Aosta. Fotografie che la mamma di Cogne non aveva mai visto e non voleva vedere. Ma il presidente Pettenati l’ha fatta rientrare in aula. “In questo processo la signora Franzoni ha fatto il bello e il cattivo tempo – ha detto il presidente – adesso si decida o sta in aula o a casa…”. A quel punto i coniugi Franzoni si sono accomodati su alcuni scalini proprio dietro lo schermo su cui venivano proiettate le foto. Immagini che servivano alla difesa per dimostrare come il bambino possa essere stato ucciso con uno scarpone di montagna, un sabot. Quindi da una persona venuta da fuori. La difesa si è poi incentrata sulle tante anomalie di quest’inchiesta, sulle tracce di sangue non prese in esame o calpestate. Un’udienza a tinte forti: foto raccapriccianti, mestoli, battute di spirito, calzini e sabot. Così, al processo d’appello per il delitto di Cogne, l’avvocato Paola Savio ha cominciato l’arringa che, nelle sue intenzioni, deve allontanare da Anna Maria Franzoni la condanna a trent’anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele chiesta dalla pubblica accusa. Pur mantenendo costantemente la voce bassa, con toni pacati e rispettosi “della memoria di un bambino che finora è stato quasi dimenticato”, la penalista dello studio legale Chicco si è prodotta in una serie di gesti ad effetto nello stile dei vecchi principi del foro. Una buona parte dell’arringa (che continuerà domattina) è stata dedicata agli aspetti tecnico-scientifici della vicenda, all’opera di demolizione delle perizie che, nella tesi dell’accusa, inchiodano l’imputata. Secondo l’avvocato, che ha anche consegnato alla Corte una memoria integrativa del consulente Carlo Torre, i movimenti dell’aggressore non si possono ricostruire con precisione. Per l’avvocato Savio, che solo da poche settimane è subentrata al professor Carlo Taormina nella difesa di Annamaria, è stato un tour de force.