Libera ragazza rapita: sequestro risolto in 26 ore
Si è risolto in poco più di 26 ore il sequestro di Barbara Vergani, la figlia ventiquattrenne dell’imprenditore edile di Miasino, che era stata rapita la notte di sabato a Borgomanero (Novara). La ragazza sta bene e per la sua liberazione non è stato pagato alcun riscatto: i beni della famiglia erano stati bloccati dalla magistratura. Un epilogo felice e improvviso, mentre le forze dell’ordine erano impegnate in una imponente caccia ai malviventi. La giovane è stata trovata da tre passanti, due donne e un uomo, lungo la strada Borgosesia- Novara, nei pressi di Ghemme, a una quindicina di chilometri da Borgomanero. Barbara ha chiesto aiuto e di chiamare i Carabinieri e il padre Carlo per dirgli che stava bene. La conclusione del sequestro fa pensare che ad attuarlo sia stata una banda di non professionisti, che si sono spaventati per la pressione delle forze dell’ordine. Tutto ha avuto inizio alle 20,30 di sabato in via Fornari, in una zona residenziale di Borgomanero, a due passi dal negozio equo-solidale in cui la giovane sequestrata stava preparando un viaggio in Croazia per portare aiuti umanitari ad un orfanotrofio. Barbara sale sulla sua Peugeot 206 azzurro metallizzato per raggiungere gli amici che l’aspettavano poco distante. Ma all’appuntamento non è mai arrivata, perché dopo pochi metri una Golf bianca, con a bordo quattro persone, le taglia la strada. In tre saltano a terra, spaccano il vetro del lato guidatore, la prendono, la caricano a forza sulla loro auto. Poi arriva la telefonata al padre, che fa scattare subito l’allarme. “Abbiamo tua figlia”. Poi una seconda con l’indicazione per trovare il biglietto con le richieste di riscatto: 4 miliardi. Una cifra che, a detta degli amici di Carlo Vergani, era al di fuori delle possibilità dell’industriale, titolare a Miasino della Cusiano Costruzioni.