Muore per setticemia dopo ingessatura in ospedale di Rivoli
Un uomo di 67 anni è morto per setticemia all’ospedale di Rivoli (Torino),dopo che un mese e mezzo fa era stato ingessato a una mano. I Carabinieri stanno indagando sul caso di sospetta malasanità. L’ipotesi è infatti che l’infezione e il conseguente decesso si potessero evitare. La vittima è Enrico Rullent, di Valdellatorre (Torino), che il 9 febbraio aveva avuto un incidente nella propria cascina e da allora era ricoverato. Cadendo, si era fratturato il gomito destro, la mano sinistra e delle costole. L’ingessatura sospetta è quella effettuata alla mano il 14 febbraio scorso. L’uomo, secondo quanto riferito ora dai familiari ai Carabinieri, aveva avvertito quasi subito dolore e prurito e aveva chiesto ai medici un controllo, ma nulla gli era stato modificato nella cura. Sempre secondo le spiegazioni dei familiari, il 27 dello stesso mese era subentrata anche la febbre. In ospedale allora gli avevano ridotto l’ingessatura. La febbre però non era passata e la mano emanava anche un cattivo odore. Si arriva così al 3 di marzo: in quella data i medici dell’ospedale di Rivoli, su richiesta dei parenti dell’uomo, tolgono il gesso. La diagnosi è che esiste una grave infezione: setticemia. Da ortopedia il paziente passa così in rianimazione, ma il 23 marzo avviene il decesso. I parenti hanno confidato l’accaduto al parroco del paese, che a sua volta ha riferito i fatti ai Carabinieri. “Il paziente era già malato e, quando si è fratturato, la sua salute era già compromessa”. A dirlo è Giovanni La Valle, della direzione medica dell’Asl 5, a cui fa riferimento l’ospedale di Rivoli. “Era già malconcio”, aggiunge il medico: secondo indiscrezioni, Rullent soffriva di una importante patologia epatica.