Processo Cogne: dura requisitoria del pg Vittorio Corsi
Un delitto d’impeto, di rabbia, una sorta di punizione, di castigo. Non ha dubbi il procuratore Vittorio Corsi nel ricostruire l’uccisione del piccolo Samuele. “La mamma deve aver gridato più volte al bimbo “devi dormire” poi ha preso un mestolo e l’ha colpito almeno 7 volte al capo…” ha detto il magistrato stamattina in aula alla ripresa del processo d’appello. È uno dei passaggi di maggior tensione delle 6 ore di una requisitoria dura, senza sconti né indulgenze, con la richiesta alla Corte di confermare l’impianto accusatorio che ha portato alla condanna in primo grado a 30 anni per la mamma di Cogne. Nella sua lunga relazione accusatoria il procuratore ha passato in esame tutte le vicende di questo fatto di cronaca accaduto cinque anni fa cercando di spiegare come mai si sia ancora alla ricerca della verità. Tutto quanto ruota attorno alle indagini e al processo è suggestionato da giornali e tv. “Teniamo fuori da questo giudizio quel che abbiamo sentito, letto, visto… Basta con programmi dove presunti esperti che non conoscono le carte processuali sputano sentenze”, ha aggiunto il procuratore precisando però che tutto questo ha una regia. Una famiglia-clan unita nel proporre Anna Maria come madre modello, tenacemente protesa a far passare l’idea di un complotto contro di lei. In parecchie intercettazioni il padre Franzoni parla apertamente del fatto che loro possono godere di appoggi nel governo e nella chiesa. Per chi la pensa diversamente querele, esposti, atti d’accusa contro Carabinieri, giornalisti, magistrati, vicini di casa. Come è possibile che Anna Maria non sia mai crollata in questi anni? Secondo l’accusa e secondo gli esperti che l’hanno esaminata lei è anestetizzata dal dolore e in televisione non piange, ma versa lacrime. Lei, Anna Maria, presente in aula col marito Stefano e col suocero ha ascoltato impassibile, prendendo appunti. Durante una pausa s’è limitata a dire: “Sono esterrefatta, è una colpa avere una famiglia unita? non penso di aver condizionato i giornalisti”. Domattina la conclusione della requisitoria di Corsi con le richieste di condanna, la prossima settimana l’arringa del nuovo difensore, Paola Savio.