“Un amico… una persona al di sopra di ogni sospetto… un sindacalista preparato, disponibile…”. Sono scioccati, turbati, increduli i compagni di lavoro di Vincenzo Sisi, arrestato domenica in quanto ritenuto il capo dell’ala torinese delle nuove Br. Operaio da 15 anni alla Ergom, grossa azienda dell’indotto automobilistico, ma anche delegato sindacale della Cgil: insomma, tutti lo conoscevano e per questo oggi la partecipazione alle assemblea è massiccia quanto sofferta. I giornalisti vengono tenuti fuori dai cancelli, però all’uscita la gente si ferma a parlare e non tutti la pensano allo stesso modo. Alla domanda se – a conoscenza delle sue attività eversive – l’avrebbero denunciato le risposte variano: “Certamente si, che domande, il sindacato è contro il terrorismo…” dice una donna. “Certamente no, è una brava persona, un amico…” controbatte un altro. Alla fine nelle assemblee passa la linea della fermezza: 8 ore di sciopero mercoledì prossimo qui alla Ergom, contro il terrorismo. “Non si deve recedere, mai fare un passo indietro… il nostro no al terrorismo deve essere forte, deciso, senza titubanze..”. E per Vincenzo? La solidarietà resta nei cuori dei colleghi, forse. Negli interventi in assemblea e nei documenti finali nulla, dimenticato.

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