Sospesi Gabetti, Grande Stevens e Marrone, multa da 16 milioni all’Ifil
Inibizione temporanea dagli incarichi e sanzioni pecuniarie per 16 milioni di euro. Così ha deciso la Consob nei confronti di Ifil e Accomandita Giovanni Agnelli e di alcuni manager, il presidente di Ifi-Ifil Gianluigi Gabetti, l’amministratore delegato dell’Ifi Virgilio Marrone, e il consulente legale, nonché consigliere di amministrazione di Ifil, avvocato Franzo Grande Stevens. Il provvedimento è stato preso per la vicenda dell’equity swap, lo strumento finanziario con cui il 15 settembre del 2005 l’Ifil (la finanziaria degli Agnelli) mantenne il controllo di Fiat, nonostante l’ingresso nell’azionariato del Lingotto delle otto banche del prestito convertendo (col 28%). L’accusa della Consob è “manipolazione del mercato attraverso la diffusione di comunicati fuorvianti”. Gabetti è stato sospeso dall’incarico per sei mesi, Grande Stevens per quattro e Marrone per due, inoltre al primo è stata inflitta una sanzione di 5 milioni, al secondo di 3 e al terzo di 500 mila euro. Multate anche l’Ifil (4,5 milioni) e la Giovanni Agnelli (3). Gabetti non può ricoprire temporaneamente gli incarichi di presidente di Ifi e Ifil e di consigliere di Mediobanca, Marrone di amministratore delegato di Ifi, consigliere d’amministrazione di Fiat e di membro del consiglio di gestione di Intesa-Sanpaolo. Grande Stevens di consigliere di Ifi, Ifil, Rcs e Campari. L’Ifil ha fatto ricorso contro i provvedimenti alla Corte d’Appello del Tribunale di Torino e non è ancora chiaro se le sospensioni siano immediatamente applicabili. Intanto però oggi è stato il vicepresidente vicario John Elkann a presiedere i cda di Ifil e Ifi. Tutto ruota intorno ai comunicati del 24 agosto del 2005 di Ifil e della Giovanni Agnelli & Sapa. Era un periodo in cui in Borsa il titolo Fiat era sotto pressione e Consob chiese alle due società spiegazioni. La risposta di entrambe fu che non avevano elementi per spiegare l’andamento delle azioni e che “non era stata intrapresa né studiata alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del prestito convertendo Fiat”. Per Consob in questo modo fu data “una rappresentazione falsa della situazione all’epoca esistente”, “idonea a fornire al pubblico degli investitori indicazioni fuorvianti”. Secondo Consob, infatti, il 24 agosto “era stato studiato ed era già in corso di attuazione il progetto finalizzato a conservare al 30% la partecipazione di Ifil in Fiat, contestualmente all’esecuzione dell’aumento di capitale sociale al servizio del convertendo”. La Consob disponeva di tutte le informazioni necessarie per giudicare lo stato di avanzamento dell’idea su cui l’avvocato Grande Stevens stava ragionando. Così l’Ifil si difende dall’accusa da parte di Consob di avere diffuso “comunicazioni fuorvianti” sull’operazione di equity swap sulla Fiat.