In Piemonte tribunali virtuosi ma senza soldi
A Torino c’è il Tribunale civile più virtuoso d’Italia, ma tutti gli uffici del Piemonte sono al collasso per mancanza di risorse e lacune negli organici, e l’indulto ha vanificato “il 90% dei processi”. Questa il panorama del Piemonte tratteggiato oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “I Tribunali che nel 2005 hanno avuto la minor durata dei processi civili – ha detto il presidente della Corte d’Appello, Francesco Novità citando una ricerca del “Sole 24 Ore” – sono stati i nostri”, e quello di Torino, grazie a un complesso di iniziative per smaltire l’arretrato (il “Progetto Strasburgo”) ha persino vinto un premio indetto dall’Unione Europea. I fondi, però, scarseggiano. Il pg Gian Carlo Caselli ha fatto presente che nel 2006 “sono stati assegnati 544mila euro a fronte di una richiesta di 927mila” per le spese legate al materiale di cancelleria, alle fotocopie e alle vetture di servizio e, ironicamente, riferendosi al governo, il procuratore Marcello Maddalena si è chiesto “se non siamo vittime del fuoco amico”. È stato il presidente dell’Ordine degli avvocati, Mauro Ronco, a elencare i dettagli: Aosta è sotto organico del 37% e Asti di un terzo; a Verbania (situazione disastrosa) sono coperti solo 28 posti su 47, ad Acqui Terme manca il 50% del personale di cancelleria, Novi Ligure non ha magistrati togati. L’ufficio notifiche del Tribunale di Torino versa in condizioni tali che, per evitare lungaggini, “bisogna che gli avvocati si organizzino per notificare gli atti per proprio conto, senza passare per gli ufficiali giudiziari”. Quanto alla criminalità, il presidente Novità ha lodato l’azione delle forze dell’ordine contro i reati di strada “che destano allarme nei cittadini”: 5.841 arresti e 3.509 giudizi direttissimi. In Piemonte restano “numerosissimi” gli episodi di “spaccio di droga, tratta di esseri umani, sfruttamento a fini sessuali” commessi da bande di stranieri (albanesi, nigeriani, marocchini, romeni), ormai superiori a quelle degli italiani. In Piemonte ci sono ancora gruppi legati a famiglie della ‘ndrangheta e (fenomeno più recente) il ritorno di personaggi in contatto con la mafia catanese, anche se “si assiste a una sorta di frammentazione” della loro attività. Il pg Caselli ha lodato l’attività dello speciale “Osservatorio tumori professionali” allestito alcuni anni fa dalla Procura di Torino per iniziativa del pm Raffaele Guariniello, che ha individuato “19.370 casi relativi a 1.434 aziende” sfociati in “numerosi processi con significativi risvolti risarcitori in favore delle vittime o dei loro prossimi congiunti”. Ma su tutto pesa l’indulto, che Maddalena ha definito “un brutto risveglio”: “Se le condanne passate in giudicato sono le perle della giustizia, abbiamo dato le perle ai porci”.