“Penso ad un festival che piaccia a tutti, ricco, innovativo e sperimentale come è sempre stato il Festival di Torino, un festival che contenga tutto quello che già c’era con qualcosa in più cui sto lavorando e di cui vi parlerò”. Sono le prime dichiarazioni di Nanni Moretti, neo direttore del Festival Cinema di Torino oggi alla sua prima conferenza stampa torinese. In realtà, arrivando al Circolo dei Lettori, la prima dichiarazione ufficiale da neo-direttore era stata “lasciatemi lavorare” e riecheggiava, chissà quanto consapevolmente, una frase celebre del “Caimano”, ovvero dell’ex presidente Berlusconi. Un incontro, quello di oggi, che ha già dato il sapore del new deal del festival torinese: ressa, calca, cineprese una sull’altra, un sacco di gente intorno e di curiosi. Atmosfere piuttosto inusuali per le conferenze precedenti, ma abituali alle proiezioni di questa kermesse che nel tempo è sempre riuscita con intelligenza e intuizione a interessare il mondo dei cinefili, soprattutto quelli alla ricerca di nuove idee, nuove cinematografie, nuovi autori. Ed è proprio a questa tradizione che Moretti si vuole agganciare. “Sono venuto davvero tante volte a questo festival – ha raccontato Moretti, sorridente, visibilmente soddisfatto, seduto al tavolo tra il neo vicepresidente dell’Associazione Cinema Giovani, Marco Vallora, e il presidente del Museo del Cinema, Sandro Casazza – da spettatore e da regista. Mi ricordo quando sono venuto qui con la pizza sotto il braccio di “Io sono autarchico”. Mi sono sempre sentito molto a mio agio a questo festival come so di tanta altra gente, e vorrei così che continuasse a essere. Spero che verranno a vedere i film che proporremo tutti quelli che seguono il festival da sempre. Se poi ci verrà pure qualcuno di nuovo sarà una vittoria”.

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