Giustizia: morto Laudi, in tremila ai funerali
I colleghi e gli avversari di tante battaglie in tribunale, gli amici, le vecchie glorie dello sport, le persone comuni: in tremila, oggi, si sono raccolti in una chiesa del centro storico di Torino per dare l’ultimo saluto a Maurizio Laudi, il sessantunenne magistrato torinese ucciso da un infarto due giorni fa. Tanta la gente, tanta la commozione: anche giudici severissimi e accigliati procuratori antimafia sono stati visti sciogliersi in lacrime e singhiozzare. Di Laudi è stata ricordata la passione civile, la lotta alla criminalità organizzata, al terrorismo e al malcostume, la sua opera di giudice sportivo: impegni costati minacce (aveva la scorta dagli anni Settanta), critiche, attacchi personali. L’elegante chiesa barocca di San Filippo Neri, resa celebre da un romanzo di Fruttero e Lucentini (scrittori amati da Laudi), non è bastata per contenere tutti. Molti sono rimasti sul sagrato. Sulla bara, fiori bianchi e una toga. In prima fila la moglie, Donatella, e i figli Chiara e Davide. Poi Maddalena, il procuratore capo Gian Carlo Caselli, il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente della provincia Antonio Saitta. Tra la folla persino alcuni ex giocatori del Torino.