Morto Nico Orengo, cantore della Liguria e della storia
L’aspettavano stamani alla Fiera del libro di Imperia, invece Nico Orengo non ce l’ha fatta a tornare nella Liguria tanto amata, descritta in libri intrisi di ironia e malinconia, di mirabili descrizioni di paesaggi. Se n’era andato poche ore prima, nella notte, in una stanza dell’ospedale Molinette, a Torino, dove era nato 65 anni fa. Da tempo soffriva di problemi cardiaci e polmonari. Di Orengo sono note opere di grande successo, specialmente in Piemonte e Liguria, dalla “Curva del Latte” alla “Guerra del Basilico”, dal “Salto dell’Acciuga” alle “Rose di Evita”, fino all’ultima fatica letteraria, “Islabonita”. Orengo aveva lavorato come giornalista al quotidiano La Stampa, dove era stato responsabile, dal 1989 al 2007, dell’inserto settimanale Tuttolibri. Autore di romanzi, ma anche di poesie e filastrocche, era stato autore di innumerevoli interviste ad alcuni tra i più grandi scrittori: tra gli altri, Burgess, Calvino, Fruttero e Lucentini, Moravia, Sciascia, Soldati, colloqui raccolti nel volume L’inchiostro delle voci edito dalla Stampa nel 1992. Prima di passare alla Stampa, Orengo aveva lavorato alla casa editrice Einaudi, dal 1964 al 1977. Il suo primo romanzo, “Per preparare nuovi idilli”, era uscito nel 1969, edito da Feltrinelli; l’ultimo, Islabonita, pubblicato da Einaudi, ambientato nella Liguria degli anni Venti, quella Liguria “per cui Orengo – ha scritto Carlo Fruttero su Tuttolibri – da sempre porta un amore totale, raccontandone con straordinaria evidenza e poesia i sassi, gli arbusti, gli odori, i sentieri, le onde”. Nel 1993 aveva ideato, in collaborazione con l’università di Genova, il premio Hambury-La Mortola, dedicato allo studio e alla salvaguardia del paesaggio.