18 OTTOBRE 1888 – Muore a Torino Alessandro Antonelli.
Come pensare a Torino senza il suo monumento simbolo? Quale skyline avrebbe la nostra città senza quel “dito” che punta dritto al cielo? Impensabile. Eppure l’idea di Alessandro Antonelli non ha avuto percorso facile.
Nato a Ghemme il 14 luglio 1798 si laureò in ingegneria e architettura all’Università di Torino. Dopo un approfondimento degli studi a Roma, ritornò in città e divenne professore di Architettura all’Accademia Albertina.
Realizzò un ambizioso progetto per la sistemazione del centro città, ma il suo ingegno venne apprezzato e applicato anche nello sviluppo civico e urbano della città di Novara dove, tra tutte le costruzioni e le case private progettate da Antonelli, è da ricordare la Cupola della basilica di San Gaudenzio. Qui si espresse gran parte dell’abilità e del genio dell’architetto, fu infatti costruita interamente in mattoni ed è alta 121 metri, la costruzione si armonizzava con altre opere antonelliane presenti: la basilica Manierista, casa Bossi, e il duomo.
Ma il vero capolavoro di Alessandro Antonelli fu di sicuro la Mole Antonelliana: alta 167,50 metri fu un esempio di architettura innovativa al punto, che all’epoca, molti misero in dubbio la sua tenuta. Le caratteristiche che ancora oggi la rendono unica sono la cupola a piramide che prosegue con l’altissima guglia. L’uso di nervature in ferro permise la massima tensione e tenuta della sottilissima muratura. L’opera rappresentò il ritorno del gotico con aggiunta di conoscenze tecnologiche moderne.
Nacque come sinagoga ebraica e fu inizialmente pagata dalla locale comunità, la Mole venne a perdere il suo significato iniziale quando la Capitale fu spostata da Torino a Firenze, intervenne allora il Comune di Torino che si fece carico dei lavori di completamento che furono portati a termine nel 1897. Fu poi destinata a sede del Museo del Risorgimento. Attualmente ospita il Museo del Cinema, un vanto per la nostra città.
Ma Antonelli fu senza dubbio uomo di sfide, come non ricordare la “fetta di polenta”? E’ un piccolo palazzo che si trova all’incrocio tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo.In realtà si chiama Casa Scaccabarozzi, dal cognome della moglie di Antonelli, che vi abitò alcuni anni. Quasi nessuno voleva abitarci per paura che crollasse, infatti la sua costruzione sfidava le leggi architettoniche dell’epoca: l’edificio è composto da nove piani di differenti altezze, due sotto terra e sette in superficie, e fu costruito su un terreno lungo 16 metri su via Giulia di Barolo, 4,35 metri su corso San Maurizio e poi chiuso a triangolo il cui vertice mozzo misura appena 54 centimetri. La profondità delle fondamenta è l’unico elemento che dà stabilità all’edificio i piani sono collegati tra loro da una stretta scala a forbice in pietra alta 24 metri. Alessandro Antonelli fu anche deputato al Parlamento subalpino e consigliere comunale a Torino e provincia e a Novara.