Marchionne a Detroit per chiudere accordo con Chrysler
È partito la notte scorsa da Torino con un volo privato l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. Destinazione Detroit dove incontrerà i vertici del colosso Chrysler dopo il via libera all’alleanza italoamericana, e poi probabilmente Washington. Un’intesa fortemente voluta dal presidente Obama, che l’ha posta come condizione per liberare 6 miliardi di dollari di aiuti pubblici. Obama aveva dato 30 giorni di tempo alla Chrysler per realizzare l’intesa con Fiat (definita dallo stesso presidente “partner ideale”), ma sono bastate appena 3 ore ed è arrivato l’annuncio ufficiale. Si va verso la revisione del precedente accordo non vincolante siglato pochi mesi fa tra il Lingotto e Chrysler. Torino metterà a disposizione la sua tecnologia nella costruzione di auto di piccola cilindrata e a basso consumo, Chrysler la sua immensa rete commerciale con più di 3300 concessionarie e il 35% delle sue quote azionarie che saranno cedute a Fiat per ora a costo zero. Per l’azienda torinese si tratta di una grande opportunità di mercato: è già stato preannunciato lo sbarco sulla piazza americana della Fiat 500 e dell’Alfa Romeo. Per Chrysler, sprovvista di motori a basse emissioni che l’amministrazione Obama chiede, si tratta della sopravvivenza e del mantenimento di almeno 5.000 posti di lavoro.