Valanga in Val Pellice: morto anche uno dei due dispersi
Un po’ di fatalità e un pizzico di imprudenza hanno trasformato in tragedia giornate che dovevano essere all’insegna dell’emozione pura: è tragico il bilancio del ponte dell’Immacolata sulle nostre montagne. Dopo le abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi la passione per l’attraversamento delle nevi immacolate ha spinto parecchi amatori dello scialpinismo forse un po’ troppo sul confine con il limite di rischio. L’incidente più grave in alta Val Pellice: tre morti e un disperso che è assai difficile venga ritrovato ancora vivo. Erano 4 alpinisti esperti, profondi conoscitori della montagna e invece un’improvvisa folata di vento (vento peraltro annunciato dal meteo), una massa di neve che scivola da un ghiacciaio e li travolge a 2200 metri. Ieri recuperati due cadaveri, quelli di Walter Rivoira di Torre Pellice e Massimo Podio di Bagnolo Piemonte, stamattina quello di Federico Negri, torinese, autore di un libro sullo sci estremo. Un professionista? Forse proprio questo l’ha fregato. Affranti Raffaella e Renato Negri, sorella e padre della vittima: “Non possiamo dire che non ha compiuto un’imprudenza… spesso la troppa sicurezza porta all’incoscienza”. Dario Jannon responsabile Soccorso Alpino Piemonte racconta “d’averlo trovato a monte del rifugio…” Manca all’appello ancora Marco Capone, 31 anni, guida alpina napoletana trasferitasi a Torino. Lo hanno cercato inutilmente per tutto il giorno una sessantina di uomini, più tre elicotteri e con l’aiuto dei cani sono pronti domattina a riprendere le ricerche, fino a che il tempo lo permetterà perché per il pomeriggio è prevista una forte precipitazione nevosa e con una nuova spessa coltre bianca tutto sarà molto più difficile.