Dalla giornata del ricordo alla giornata della sicurezza. Non solo Thyssen ma anche le vittime dell’amianto, le altre morti bianche e la tragedia di Vito, travolto dal soffitto nella sua aula del liceo Darwin di Rivoli. Insomma, non solo l’anniversario delle sette vittime ma l’occasione per ricordare tutti coloro che perdono la vita sul lavoro. “Questi giovani non andavano in discoteca, non andavano a divertirsi ma andavano a lavorare” dice Isa, la mamma di Roberto Scola, una delle vittime. La rabbia per una ferita ancora aperta come quella della Thyssen ha caratterizzato la giornata di oggi. Il padre di Bruno Santino ha ripetuto le stesse grida di denuncia di un anno fa nel corteo che ha attraversato la città, mentre prima alla Messa al Cimitero e allo scoprimento di una lapide alla memoria ha prevalso il dolore, il rimpianto. Oggi la Thyssen è chiusa e non si può entrare, solo ai parenti e ai colleghi è stato consentito di avvicinarsi a quell’albero per deporre fiori di fronte alle foto delle vittime. Sette giovani pieni di voglia di vivere ed è per questo che gli amici hanno voluto ricordarli con un torneo di calcetto mentre nel centro di Torino da oggi campeggia questo enorme murales per non dimenticare mai. “Dolore tanto, tanto..parole poche” Quello di Antonio Santino è lo spirito di tutti i familiari, in questo primo anniversario della tragedia della Thyssen. C’è molto dolore, la rabbia in parte è passata, ma oggi più che mai torna a sanguinare la ferita per la perdita di un figlio, di un marito, di un fratello.

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