Sequestro turisti: rientrati a casa
“Avete avuto paura?” “Sì tanta. Ma non abbiamo mai sentito degli spari.” Sorridenti nonostante i 10 giorni di prigionia. L’aereo dell’aeronautica militare che li ha riportati a casa è atterrato alle 1,50 all’aeroporto Caselle di Torino. Ad attenderli parenti e amici, emozionantissimi: “È stato un assalto traumatico. Abbiamo capito subito che erano predoni perché avevano i sandali e non le scarpe – raccontano – erano una quarantina, armati fino ai denti. Li hanno fatti inginocchiare e poi gli hanno preso tutto quello che avevano. Durante il giorno ci nascondevamo sotto le jeep, con un lenzuolo bianco addosso per resistere al gran caldo. L’acqua e il cibo erano quelli del tour. La nostra vera forza sono state le guide egiziane”. Liberi dopo 10 giorni. Il ricordo di quegli istanti terribili in cui l’incubo è iniziato finalmente alle spalle, chiuso in un diario che Mirella De Giuli scriveva ogni giorno. A riportarli a casa un velivolo dell’aeronautica militare. Finalmente a casa, in mezzo alle loro cose di sempre, coccolati da amici e parenti. Stanno tornando alla normalità i cinque piemontesi rapiti in Egitto e liberati, dopo dieci giorni di prigionia. Secondo indiscrezioni trapelate, il pm di Roma Giovanni Bombardieri, che ha aperto un’inchiesta per sequestro con finalità di estorsione, potrebbe già essere domani a Torino per sentire i cinque rapiti in qualità di testimoni. Acqua passata, ormai, per chi è tornato finalmente a riposarsi su un materasso e ad avere a portata di mano le comodità di casa. Tutte meno una, per Walter Barotto, che al suo rientro nella casa di Torre Pellice – dove gli hanno dedicato un enorme striscione con la scritta “ben tornato” – si è ritrovato la caldaia rotta. “Pazienza – ha commentato rassegnato – di caldo ne ho preso abbastanza in Africa”.