Assalto a santuario Belmonte: si cercano testimoni
Ricorda padre Martino frate francescano: “Mi son svegliato, mi son tolto la benda dagli occhi ho visto i miei confratelli per terra in mezzo al sangue e ho dato l’allarme…”. Padre Martino, tre giorni dopo la brutale aggressione al convento di Belmonte, ha ancora negli occhi l’orrore di quella scena, non riesce a dimenticare. È sconvolto, non riesce a darsi una spiegazione precisa del perché di tanta violenza. Magari una vendetta? Ma di chi? Di qualche sbandato che ogni tanto veniva ospitato dai frati francescani? Tutte ipotesi. Anche la comunità dei frati minori – in una nota – oggi smentisce tutte le illazioni di questi giorni e dice di affidarsi con fiducia all’opera degli inquirenti che lavorano alla ricerca di elementi concreti. Si cercano testimoni che abbiano notato qualcosa di strano, anche solo una vettura a forte velocità martedì sera scendere dal colle di Belmonte. Non danno peso ai bigliettini di insulti ai monaci rinvenuti ieri sul sagrato della chiesa: solo uno stupido scherzo. Aspettano di interrogare frate Sergio, il padre guardiano, che è ancora in coma all’ospedale Giovanni Bosco anche se dà timidi segni di risveglio: è il più giovane, il responsabile della comunità, forse lui sa qualcosa di più.