Thyssen: al via udienza preliminare
“Assassini, maledetti assassini e hanno anche il diritto di essere difesi…”. Hanno resistito in silenzio per circa un’ora, il tempo della prima udienza preliminare. Poi, all’uscita, i parenti delle 7 vittime della Thyssen hanno dato libero sfogo alla rabbia. Erano venuti per vedere in faccia i 6 imputati, ma nessuno si è presentato. Un’udienza tecnica, solo per la costituzione delle parti civili, un’ottantina fra ex operai delle Acciaierie, i sindacati, il Comune e la Provincia di Torino, la Regione Piemonte. Fra le parti lese non ci sono i parenti delle vittime. Hanno firmato ieri l’accordo per il maxirisarcimento di circa 13 milioni di euro, anche se nessun denaro potrà mai ridare la vita a un figlio, a un marito, a un fratello. Sei gli imputati alla sbarra: si tratta di amministratori e dirigenti della Thyssen, accusati di omissione dolosa di norme antinfortunistiche e per l’amministratore tedesco anche di omicidio volontario. I loro avvocati difensori sono preoccupati di questo processo mediatico. Prossima udienza il 23 luglio. “Ci vuole l’ergastolo, il massimo della pena… non ci sono soldi che possano ripagare le vite dei nostri figli… se avessero investito nella sicurezza avrebbero risparmiato i soldi dei risarcimenti…”. Nelle frasi dei famigliari di Giuseppe Demasi, Rosario Rodinò e Bruno Santino il dolore e la rabbia per quelle morti assurde.