8 OTTOBRE 1803 – Muore a Firenze Vittorio Alfieri
Il conte Vittorio Amedeo Alfieri nasce ad Asti il 17 gennaio 1749. E’ ricordato come scrittore, drammaturgo e poeta. Ma queste definizioni, seppur importanti, non mettono in luce la figura e il carattere del personaggio.
Nato da famiglia nobile e benestante, il padre era Antonio Amedeo Alfieri conte di Cortemilia e da Monica Maillard de Tournon vedova e già madre di due figli, rimane orfano di padre nel primo anno di vita. La madre si risposa nello stesso anno con il cavaliere Carlo Giacinto Alfieri di Magliano, parente del defunto marito e mette al mondo altri cinque figli.
Vista l’abbondanza di fratelli e sorelle, il piccolo Vittorio viene affidato alle cure di un precettore e cresce, fino a nove anni, ad Asti a Palazzo Alfieri, senza alcuna compagnia. E’ un bambino molto sensibile, a tratti vivace, solitario, insofferente alle regole e persino tendente alle nevrosi. Viene iscritto all’Accademia di Torino, vive per qualche mese nel capoluogo presso il suo tutore lo zio Agostino Alfieri, ma il carattere eccessivamente vivace, induce questi ad anticipare ad agosto, anziché ad ottobre, l’ingresso del piccolo all’Accademia. Vittorio si sente abbandonato fra gli estranei e l’episodio contribuirà a formarne il carattere deciso e volitivo.
L’incontro con compagni di studi provenienti da altri paesi fanno sorgere in lui la curiosità e l’amore per i viaggi, lascia l’Accademia alla morte dello zio e si arruola nell’Esercito da cui si congeda 1774 con il grado di luogotenente.
Vittorio Alfieri è un grande viaggiatore: Milano, Napoli, Roma, Firenze, ma anche Parigi, Londra e gran parte dell’Inghilterra e l’Olanda. Nei suoi viaggi incontra, si innamora è ha relazioni con donne quasi sempre sposate e questo gli causa non pochi problemi. Rientra a Torino e si ferma fino al compimento del ventunesimo anno d’età quando, entrato in possesso della sua notevole eredità, decide di riprendere il suo peregrinare: Vienna, Berlino, Svezia, Finlandia, Russia, Vittorio Alfieri pare inarrestabile.
Ritorna a Londra, ma per una storia con una nobildonna maritata subisce un processo per adulterio che gli sbarra la carriera diplomatica, è costretto a lasciare l’ Inghilterra e la donna. Si sposta in Olanda, Spagna e Portogallo, dove incontra l’abate Tommaso Valperga di Caluso che lo sprona a insistere sulla carriera letteraria.
Vittorio Alfieri ha 24 anni, rientra a Torino e si dedica allo studio della letteratura, prende una casa in piazza San Carlo, che arreda in modo sontuoso, e ritrova gli amici di gioventù. Scrive “cose miste di filosofia e d’impertinenza”, per lo più in lingua francese, grande è l’influenza di Voltaire nelle sue opere.
La vita sentimentale non si tranquillizza, ma questo pare giovare alla sua opera letteraria, tra il 1774 e l’anno successivo porta a compimento la tragedia Antonio e Cleopatra, rappresentata con grande successo a giugno dello stesso anno al teatro Carignano.
Inizia quindi i viaggi letterari: Pisa, Firenze, Siena. Nel 1777, mentre sta terminando di scrivere Virginia, conosce la donna della sua vita: Luisa di Stolberg-Gedem, ovviamente sposata e addirittura con Carlo Edoardo Stuard, pretendente al trono inglese. Scoppia lo scandalo: lei scappa dal marito violento che tenta di ucciderla e si rifugia a Roma, Vittorio Alfieri la segue, sono anni concitati, fatti di fughe e spostamenti, dove la produzione letteraria del giovane scrittore subisce un’intensa accelerazione. Riusciranno a fermarsi e a vivere serenamente la loro storia solo nel 1788 alla morte del marito.
L’attività letteraria di Vittorio Alfieri è breve quindi, ma prolifica e intensa. Il suo carattere tormentato oltre a caratterizzare, con il senso dell’avventura, tutta la sua vita, fa di lui un precursore delle inquietudini romantiche ma, a differenza di molti scrittori illuministi, ha un profondo senso di indipendenza e reputa umiliante qualsiasi genere di compromesso, tanto che la critica letteraria lo considera l’anello di congiunzione tra Illuminismo e Romanticismo.