01 ottobre 2024

1 OTTOBRE 1935 – Nasce a Casale Monferrato Giampaolo Pansa

GIAMPAOLO PANSA

La sua tesi di laurea è intitolata “Guerra partigiana tra Genova e il Po” il docente di riferimento: Alessandro Galante Garrone, con questi presupposti Giampaolo Pansa è avviato a quella che sarà una brillante carriera letteraria. Negli anni sessanta è giornalista per La Stampa, ma Pansa non è uno che ama star fermo e presto passa al Messaggero, successivamente al Corriere della sera a cui segue La Repubblica. Nel periodo di collaborazione con La Repubblica è uno dei rappresentati della linea editoriale vicina alla sinistra d’opposizione, anche se sotto la sua graffiante penna finisce anche il Partito Comunista. Sarcastico e tagliente sono indimenticabili alcune sue definizioni come Parolaio rosso coniata per Fausto Bertinotti, o Dalemoni riferita al ventilato inciucio tra D’Alema e Berlusconi. Ma Pansa non risparmia neppure i colleghi: è del 1980 un articolo dal chiaro titolo Il giornalista dimezzato in cui critica aspramente i giornalisti che cedono la metà della loro professionalità a un partito o a una ideologia.

Da sempre personaggio controverso, proprio per il suo gusto di mettere in discussione e sottolineare distorsioni e ipocrisie, suscita una vera e propria la levata di scudi con l’uscita del libro Il sangue dei vinti. Lo scrittore è accusato di aver infangato la Resistenza, di aver utilizzato fonti revisioniste e negazioniste, accuse che Pansa respinge sostenendo di aver attinto a fonti di diverso colore politico e di aver descritto i crimini commessi da certi esponenti del Fascismo nei confronti dei Partigiani prima di essere a loro volta uccisi. Durante le presentazioni del volume, non rari sono gli scontri tra esponenti dei Centri Sociali tanto da far intervenire il Presidente Giorgio Napolitano che esprime parole di condanna. Il volume ha l’approvazione di parecchi intellettuali come Galli della Loggia e Sergio Luzzatto che, dopo un’iniziale perplessità, dice: “Nulla si inventa e c’è rispetto per la storia. Il libro non è accettato solo da chi non prende in considerazione alcuna forma di ripensamento o di autocritica su quel periodo”.

Legatissimo alla città che gli ha dato i natali, si è sempre battuto fortemente per dare giustizia alle vittime dell’Eternit e alle loro famiglie.

È deceduto il 12 gennaio 2020 a Roma.



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