Beppe Grillo e celebrazioni per Resistenza animano le piazze a Torino
Un tiro di schioppo separa piazza Castello da piazza San Carlo, mai come oggi però le due piazze torinesi sono state tanto lontane. Sotto il Caval ’d Brons i grillini per il Vaffaday, davanti a Palazzo Madama la festa del 25 aprile. Per Grillo una festa della liberazione dal fascismo dell’informazione, l’occasione per ricordare la Liberazione dall’occupazione nazifascista nell’altra piazza. Il savonarola genovese se l’è presa con tutti, a partire dai politici di destra, di centro e di sinistra, senza risparmiare nemmeno il Quirinale: “Le elezioni appena fatte non sono valide perché prima andava fatto il referendum elettorale”. Nell’altra piazza musica e ricordi partigiani con una netta presa di distanza da Grillo: “Due modi diversi di fare politica” spiega il cantautore Eugenio Finardi, uno dei protagonisti della festa. Collegato con altre 450 piazze d’Italia e 15 all’estero, Grillo attacca giornali e telegiornali, sostenendo che avrebbero dato vita ad un regime di semilibertà: “Coi nostri soldi, spendiamo 1 miliardo di euro l’anno per sostenere l’informazione”. E partono 3 referendum per cancellare l’ordine dei giornalisti, per togliere il finanziamento pubblico all’editoria, per abolire la legge Gasparri. firme che, però, rischiano di non servire a nulla come spiega il costituzionalista Paolo Armaroli: “La legge sul referendum non consente la raccolta firma nei giorni immediatamente susseguenti una votazione”. Un bagno di folla per Beppe Grillo nel V2- Day dedicato alla “libera informazione”. Cinquantamila persone sotto un sole estivo (e 150 fra giornalisti e fotografi accreditati), hanno gremito piazza San Carlo a Torino, come nelle più riuscite manifestazioni sindacali. Molti meno i presenti nella vicina piazza Castello, dove si sono tenuti concerti e letture per la festa della Liberazione promossa dal Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza. Salendo sul palco, il comico genovese ha voluto unire con un filo le due piazze e i due periodi storici: “Abbracciamo e ringraziamo – ha detto Grillo – coloro che ci hanno permesso di essere oggi qui su questo palco. Grazie ai partigiani di 63 anni fa, oggi siamo noi i nuovi partigiani della libera informazione. Siamo la naturale continuazione dei nostri nonni” . Nel mirino del comico genovese, l’informazione, ma nei primi minuti del suo monologo i bersagli sono stati il presidente della Repubblica e Silvio Berlusconi. “Napolitano – ha detto – dovrebbe essere il presidente degli italiani e non il presidente dei partiti. Morfeo Napolitano dorme, fa il pisolino, poi esce e monita. Il referendum elettorale andava fatto prima, non dopo le elezioni”. E, riferendosi al nuovo presidente del consiglio, ha urlato: “Pensate se Obama da presidente fosse anche il proprietario della Fox, della Abc e di altre televisioni”. Ogni affondo di Grillo è stato sottolineato da un’ovazione, che rimbombava anche nelle vie adiacenti la piazza. “Siamo tanti, 100 mila, se …la questura ci aiuta”.