L’inchiesta sulla morte del tifoso in autogrill
Il pullmann che trasportava gli juventini è sotto sequestro. Sulla carrozzeria graffi e ammaccature che la Polizia scientifica sta esaminando. Anche attraverso questi segni si potrà ricostruire quel che è avvenuto quando il mezzo ha travolto e ucciso il giovane tifoso del Parma Matteo Bagnaresi. Sul pullmann la Polizia ha trovato cocci di vetro, compatibili con un lancio di bottiglie. E in questura dicono che si indaga su due fronti: l’incidente che ha ucciso il ragazzo è il primo, quel che ha spaventato l’autista – indagato per omicidio colposo – inducendolo a partire in tutta fretta è il secondo. Gli juventini sostengono di essere stati aggrediti, i parmensi dicono di aver fatto solo cori di derisione. Anche gli inquirenti pensano ad uno scontro fra i due gruppi, ma devono capire se si è trattato di una vera e propria rissa o di un assalto contro gli juventini che fuggivano. Di certo c’è che il pullman non doveva fermarsi in quella piazzola, l’area di servizio non era tra quelle previste per la sosta. Per questo non era presidiata dalle forze dell’ordine. Un’inchiesta difficile, anche perché – pur essendoci alcuni testimoni giudicati attendibili – all’autogrill nessuno sembra aver visto nulla se non quando era troppo tardi. Matteo, laureato da poco, ultrà dei boys del Parma, attivista di un centro sociale, per tre anni era stato colpito dal divieto di entrare negli stadi. Era il 2005 quando aveva invaso il campo proprio durante la partita Parma Juventus. Ma era conosciuto dalle forze dell’ordine anche per aver manifestato contro l’alta velocità e gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Figlio unico di un’ingegnere e un’insegnante, faceva anche il volontario in un’associazione che aiuta gli immigrati. Ma se nella villetta di via Guido Reni a Parma dove vive la famiglia di Matteo si stanno vivendo ore di dolore e angoscia, anche nella Bergamasca casa di Siro Spolti, l’autista 40enne indagato per omicidio colposo che giura di non aver visto il giovane, sono momenti difficili.