“Chiedo giustizia ma tanto mio figlio, il mio Martino non tornerà più, non lo vedrò più sorridere”. Emilio Audibert è un papà distrutto. Ha perso il suo piccolo angelo, Martino, 9 anni. L’ha perso per una serie di coincidenze assurde, incredibili, ma forse non del tutto casuali. Un campioncino di sci che dopo aver fatto una bella gara a Bielmonte di Biella aveva potuto godere di un po’ di divertimenti sui castelli gonfiabili. Un’incredibile folata di vento ha sollevato quella giostra e il bimbo è stato sbattuto a terra da una decina di metri di altezza. “Non c’erano ambulanze sul posto – dice ancora il padre – l’hanno portato a Novara; un’ora e mezza di attesa nel pronto soccorso, poi non c’erano sale di rianimazione: volevano trasferirlo ad Alessandria, ho insistito per Torino, all’ospedale Regina Margherita di Torino”. L’hanno operato martedì, poi un lento peggioramento fino alla morte nella giornata di ieri. Ancora il genitore: “Perché non l’hanno tenuto in rianimazione? Perché in uno dei migliori ospedali d’Europa lo hanno trasferito in reparto normale?” Domattina l’autopsia. È stata aperta un’inchiesta della magistratura. La famiglia Audibert gestisce un hotel a Cesana, in alta Val Susa. Hanno un’altra figlia più piccola alla quale hanno detto che Martino è andato lontano per sciare e non tornerà più. Un dolore incolmabile.

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