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29 febbraio 2008

Metalmeccanici: 1 operaio su 3 guadagna meno 1.100 euro

Un operaio su tre ha un reddito inferiore a 1.100 euro al mese, un impiegato guadagna in media 1.370 euro. Il 41% dei nuclei familiari non supera i 1.900 euro al mese, al Sud il 48% non raggiunge i 1.500 euro. È la pesante condizione di chi lavora nelle fabbriche metalmeccaniche, fotografata dall’inchiesta della Fiom nazionale che dà voce a 100.000 tute blu d’Italia. Hanno risposto all’indagine – presentata a un mese dalla firma del contratto a Torino, città simbolo del lavoro operaio, da tutto il comitato centrale della Fiom – 70.000 operai e 30.000 tra impiegati, tecnici e coordinatori, oltre 3.000 migranti, 20.000 donne, 10.000 precari, quasi 35.000 lavoratori con meno di 35 anni. “Tornano reali e attualissime due parole antiche: sfruttamento e alienazione”, osserva Giorgio Cremaschi della segreteria nazionale della Fiom, mentre il sociologo Luciano Gallino parla di “condizioni di lavoro come quelle di cinquanta anni fa”. I redditi medi non aumentano nemmeno con l’età: un operaio con più di 45 anni guadagna appena 100 euro in più di uno che ne ha meno di 35. Per il 65% il lavoro è ripetitivo e parcellizzato, per il 53% monotono, per il 51% i ritmi sono elevati. Gli operai dicono di essere largamente esposti a rumori molto forti (56,5%), vibrazioni (50,3%), polveri e sostanze chimiche (43,3%), ma anche a movimenti ripetitivi di mani e braccia (68%). Sul fronte della sicurezza sono molti gli operai che dichiarano che nel proprio lavoro è alto il rischio di farsi male (20%), fare male ad altri (12%) e contrarre malattie (17,3%).



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