Incendio Thyssen: chiusa inchiesta, sei indagati
Inchiesta chiusa per il disastro alla ThyssenKrupp di Torino. Bastano soltanto i numeri per dare il segno dell’eccezionalità di questa indagine: 78 giorni per raccogliere più di cento testimonianze, perizie, accertamenti; duecentomila pagine di atti depositati; sei indagati, e per la prima volta vie ne contestato il reato di omicidio con dolo eventuale, quasi un omicidio volontario. È questo il dato che più colpisce nel lavoro del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello. Per la sciagura del 6 dicembre scorso, nel quale morirono sette operai, divorati dalle fiamme, si profila per l’amministratore delegato della ThyssenKrupp Italia Harald Espenhahn il reato di omicidio con la forma del dolo eventuale. In altre parole, i magistrati sostengono che il numero uno delle acciaierie tedesche sapeva che nello stabilimento le norme di sicurezza non erano rispettate, ma non fece nulla. Assieme all’amministratore delegato del gruppo industriale, sono indagati due consiglieri delegati, un dirigente, il direttore dello stabilimento torinese e il responsabile del servizio prevenzione, per l’ipotesi di omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche e omicidio colposo. Al momento l’inchiesta è stata depositata, nei prossimi giorni le richieste di rinvio a giudizio. I lavoratori superstiti del reparto trattamento termico, dove scoppiò l’incendio, hanno già annunciato che si costituiranno parte civile nel processo contro la ThyssenKrupp e i suoi dirigenti.