“Alle acciaierie Thyssen il rischio esplosione non c’era, o meglio, era un rischio controllato”. A dirlo è Ugo Moratti il responsabile prevenzione di una ditta incaricata dall’Asl 1 di Torino di effettuare i controlli nello stabilimento. Tutti sappiamo com’è andata a finire: una strage con 7 vittime. Quello stesso tecnico però – per sua stessa ammissione – prima del luglio 2006, 18 mesi prima della tragedia, ultima ispezione alla Thyssen, non era mai stato in uno stabilimento siderurgico, non sapeva nemmeno come fosse fatto. Non si tratta di indiscrezioni, ma di frasi verificabili sul sito del senato. Si tratta infatti dell’audizione del dottor Moratti da parte dei Senatori che compongono la commissione d’inchiesta sulle morti bianche. E gli estintori? Non li ho visti, dice il responsabile dell’ispezione, mentre il titolare dell’impresa incaricata di controllarli dà una versione ancor più allarmante: ci chiamavano per caricarli almeno due-tre volte al mese, quindi vuol dire che venivano utilizzati di frequente e che c’era qualcosa che non funzionava. Fin qui le risultanze dell’inchiesta parlamentare, per quel che riguarda l’inchiesta penale, ieri il procuratore Raffaele Guariniello ha detto di contare di chiuderla entro la fine dell’inverno, mentre il procuratore generale Giancarlo Caselli è stato ancor più esplicito: entro il mese di febbraio.

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