30 settembre 2024

30 SETTEMBRE 1626 – Miracolo di Sant’Ignazio in Val di Lanzo

IGNAZIO SANTUARIO

A metà del 1600 la forte presenza di lupi in Val di Lanzo è testimoniata dal Parroco di Mezzenile don Giovanni Battista Teppati e poi ripresa dal padre gesuita Carlo Giacinto Ferrero, fondatore della Compagnia di Gesù in valle, nella “Raccolta delle grazie e miracoli operati da Sant’Ignazio di Lojola”. L’episodio leggendario, che inizialmente suscitò la devozione per Sant’Ignazio racconta che branchi di lupi famelici, in quell’anno, avevano fatto strage di greggi e uomini: un esemplare particolarmente feroce addentò per il capo il piccolo Giovan Battista Pocchiola e lo trascinò nel bosco. La madre allarmata tentò di rincorrere il lupo e il suo bambino ma, giunta al limite delle forze, si inginocchiò e raccomandò il piccolo a Sant’Ignazio, il cui culto era già parecchio diffuso nella valle. Poco dopo le giunse alle orecchie della donna la voce del figlio che la chiamava: “Mamma, sono qui, sono vivo…” Su consiglio del parroco e in segno di devozione, gli abitanti di Mezzenile decisero di imporre il nome Ignazio a tutti i primogeniti. Poco tempo dopo i lupi abbandonarono il paese e la bassa valle. Gli abitanti di Ala di Stura e di Mondrone, temendo che i feroci predatori si trasferissero dalle loro parti, si affrettarono a fare anche loro voti al Santo. Quelli di Ala promisero di celebrare una grande festa annuale, mentre quelli di Mondrone promisero di erigergli una cappella.In seguito ad altri eventi ritenuti miracolosi, e alla liberazione dai branchi dei lupi, in un primo tempo fu edificata una cappella sul Monte Bastia e in seguito l’attuale grandioso Santuario che domina la Valle di Lanzo.



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