Natale: Nosiglia, aiutare i poveri e ascoltare i giovani
“Fatevi carico con una rete di prossimità dei poveri, degli ultimi, dei sofferenti, andateli a cercare e aiutateli”. Per il primo Natale da arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia rivolge lo sguardo alle persone in difficoltà, a chi chiede vicinanza e attenzione e invita i torinesi a non dimenticarli. “Mi auguro che questo Natale, segnato da una profonda crisi economica, che grava su tante persone e famiglie, apra i nostri occhi illuminati dalla fede per vedere le loro necessità e farcene carico con la concretezza che ci ricorda Gesù: «Ogni volta che avete fatto queste cose al più piccolo dei miei fratelli, le avete fatte a me»”.
È questo il passo più profondo e accorato del messaggio che il neo arcivescovo mons. Nosiglia affida ai giornalisti nell’incontro per lo scambio degli auguri.
Nosiglia afferma di essere rimasto “colpito e ferito” dalla morte di un clochard per il freddo nei giorni scorsi. “È una vergogna – afferma – che sia accaduto nella città del Cottolengo e dei tanti santi che hanno fatto della carità la loro missione. Bisogna accorgersi di queste persone e aiutarle. Se non c’è questa prossimità concreta, avremo altri morti e altre tragedie”. L’arcivescovo ha scritto una lettera a tutte le famiglie della Diocesi torinese (stampata in 250mila copie) “per dare speranza e fiducia in un tempo complesso, di crisi economica etica e sociale”. L’inizio della sua missione a Torino è stato dunque impegnativo e complicato. “Ma anche a Vicenza – precisa Nosiglia – mi era capitato. Il tessuto cittadino però ha tante persone che accendono luci e speranze per il futuro”. Futuro fa rima con giovani: “I giovani – sostiene l’arcivescovo – vanno ascoltati sul serio. Non c’è soltanto la protesta per la riforma universitaria e i tagli alla cultura, c’è un disagio molto profondo. La chiave è l’ascolto; io comunque ho fiducia in queste giovani generazioni, devono essere responsabili così come devono esserlo gli adulti”.