Cardinale Poletto lascia Torino, il saluto in Duomo
Con un’omelia piena di umiltà e di riconoscenza “avete dato più voi a me di quanto io abbia dato a voi, siamo stati uniti nella parola di Dio, unica fonte di salvezza”, il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, ha salutato, con la sua ultima messa in Duomo, la sua comunità. Da oggi, infatti, non sarà più il capo della Diocesi di Torino in quanto lo sostituirà, a partire dalla prossima domenica, l’arcivescovo Cesare Nosiglia.
In un duomo gremito, in tanti, tra cui anche molti laici e uomini politici, sono venuti ad ascoltarlo e a stringergli la mano. Non senza commozione. Anche lui era visivamente commosso.
In prima fila c’era il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, un laico, ma anche un interlocutore attento del cardinale in molti degli avvenimenti che hanno attraversato la vita della città in questi ultimi dieci anni, in cui i due uomini, entrambi molto amati, hanno guidato uno la vita politica, l’altro la Chiesa. Insieme hanno affrontato tragedie come quella della ThyssenKrupp, l’incendio nel quale morirono bruciati vivi 7 operai, la crisi industriale alla Fiat nelle sue diverse tappe, ma anche eventi più felici come le Olimpiadi.
“Mi mancherete molto – ha detto rivolgendosi ai suoi parrocchiani – sono venuto qui mandato da Papa Giovanni Paolo II per annunciarvi il Vangelo, non sono certo venuto a risolvere i vostri problemi ma per aiutarvi a fare una lettura sapienziale della vostra vita alla luce della Parola di Dio. E insieme abbiano creato una comunità non fittizia, ma vera”.
Il cardinale ha già lasciato le sue stanze in Curia, a Torino, per trasferirsi in una casa privata a Testona, nell’hinterland torinese, messagli a disposizione dalla Curia. Ha già molti impegni per tenere messe e incontri.