Poletto lascia. Mons. Nosiglia nuovo arcivescovo di Torino
Torino ha il suo nuovo arcivescovo. Dopo mesi di indiscrezioni sul nome del successore del cardinal Severino Poletto 77 anni che lascia la diocesi del capoluogo piemontese per limiti di età, la scelta di papa Benedetto XVI è caduta su monsignor Cesare Nosiglia 66 anni attuale arcivescovo di Vicenza e braccio destro del cardinale Camillo Ruini. “Un vescovo amico – ha sottolineato il cardinal Poletto – e che stimo perché so che verrà per continuare a costruire il Regno di Dio in questa città complessa ma stupenda”.
Vicepresidente della Cei dallo scorso maggio e come ha ricordato Poletto con alle spalle una “lunga esperienza pastorale” e una “non comune preparazione culturale”, Nosiglia ha vinto la concorrenza di un nutrito numero di candidati alla cattedra di San Massimo. Da quella di Giuseppe Versaldi vescovo di Alessandria e secondo indiscrezioni candidato preferito dal segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone a quella del piemontese Aldo Giordano impegnato nella diplomazia vaticana e anche lui “bertoniano” doc, passando per quelle di Francesco Lambiasi attuale vescovo di Rimini ritenuto vicino a Cl, e di Gianfranco Ghirlanda gesuita e rettore della Pontificia Università Gregoriana.
“In questi mesi ho pregato perché il Santo Padre scegliesse quello che voleva il Signore e spero sia stato così: le cose vanno lette con la fede”, ha commentato il cardinal Poletto che ha comunicato il nome del suo successore – indicato in una lettera del nunzio apostolico Giuseppe Bertello – in una breve ma sentita cerimonia religiosa nel santuario della Consolata la Santa patrona della città.
“Auguro al nuovo arcivescovo che possa trovarsi bene con voi come mi sono trovato io. Abbiamo fatto un bel tratto di strada insieme ora entro nell’ombra”, ha aggiunto il cardinale Poletto che si è detto “sereno e gioioso” nel consegnare il pastorale dopo ben undici anni. Un periodo lungo e intenso durante il quale ha organizzato due ostensioni della Sindone quella del Giubileo nel 2000 e quella della scorsa primavera culminata con la visita a Torino del Pontefice e ha dovuto affrontare problemi scottanti come la crisi della Fiat.