Boris Godunov apre stagione Teatro Regio: un’icona russa
È una grande icona russa uno spettacolo imponente e avvolgente cupo come poteva essere il 1500 russo imperioso il “Boris Godunov”, regia di Andrei Konchalovsky, che questa sera ha inaugurato la stagione del Teatro Regio di Torino. Tre ore di spettacolo di grande musica molto applaudite “nonostante” la freddezza storica del pubblico della prima delle prime l’apertura di stagione. La lunga e violenta storia tutta “vera”, della lotta per il trono alla morte di Ivan il Terribile e dell’ascesa dello zar Boris Godunov nella seconda metà del 1500, è stata raccontata con una scenografia piuttosto astratta (un piano inclinato con cambi di scena incorporati) ma densa con costumi d’epoca e soprattutto nella versione originale del 1869 (il cosiddetto Ur-Boris). “Il raggiungimento del potere ieri come oggi costa fatica sangue e corruzione”, ha detto Konchalovsky in questi giorni di prove. Il grande regista di film indimenticabili come “Maria’s Lovers”, “A 30 secondi dalla fine”, del premiatissimo “Zio Vanja” ha voluto come ha detto lui stesso “comunicare l’odore di quegli anni di paura l’odore del sangue delle torture dell’oppressione del popolo”.
Nelle prime file tra le autorità, vip ed esponenti del mondo dello spettacolo c’era anche un soddisfatto sindaco di Torino Sergio Chiamparino non propriamente appassionato di lirica ma in questi ultimi tempi in prima linea per difendere e sottolineare il valore del Teatro Regio che quest’anno in barba a qualsiasi crisi ha aumentato gli abbonati di mille unità, per un totale di 13.000, “più o meno quanti sono gli abbonamenti alla Juventus”, ha scherzato il sovrintendente Walter Vergnano. Ad allietare il pubblico anche un buffet offerto da Fondiaria Sai main sponsor, per il settimo anno dell’inaugurazione della stagione.