Morto Mario Lorenzi il suocero della Franzoni
Non avrebbe avuto bisogno di giurare. Mario Lorenzi la verità la diceva sempre. “Ho creduto anche io che Anna Maria potesse aver ucciso mio nipote poi ho capito che non poteva essere così” – diceva sempre. Seduto di fronte ai giudici con quei suoi toni pacati le maniere gentili a Torino in aula il 5 maggio scorso aveva spiazzato tutti. “Signor giudice – aveva detto – mi permetta ma la vostra ricostruzione dei fatti non è corretta”.
Lui che non si era perso mai un’udienza che si era letto e riletto tutte le carte studiato le perizie a memoria convinto dell’innocenza della nuora Anna Maria aveva avuto il coraggio di sussurrare tranquillamente la sua verità. “Avete messo in galera la persona sbagliata”. Durante l’intera vicenda quella di nonno Mario è stata la figura più delicata più silenziosa e discreta eppure fondamentale.
A lui insieme alla moglie la mamma di Stefano che non ha mai voluto comparire è toccato il compito di allevare i nipoti Davide e Gioele. Un uomo di altri tempi così si potrebbe definire il nonno del piccolo Samuele un uomo dalle certezze granitiche sorretto da una fede incrollabile. Quella della giustizia divina.
“Anna Maria Franzoni è una donna sofferente per la perdita di un uomo perbene”. A dirlo è uno dei suoi difensori l’avvocato Paola Savio del Foro di Torino che ha partecipato ai funerali del suocero di Anna Maria. L’avvocato ha infine sottolineato che quello concesso alla Franzoni dal carcere “non è un permesso di quelli che solitamente vengono concessi in casi come questi” in quanto la donna è potuta uscire dal carcere per la prima volta e assistere ai funerali scortata dalla polizia penitenziaria.