Prostituzione: crisi economica aumenta fenomeno e rischi
Le prostitute hanno fame sempre più fame. È uno dei tanti spunti di riflessione sul fenomeno emerso oggi a Torino dove nella sede del Gruppo Abele si sono dati appuntamento decine di amministratori pubblici comandanti e agenti di Polizia Municipale operatori che hanno lavorato insieme nelle Unità di Strada in aiuto alle donne in gran parte immigrate e vittime della tratta. La crisi economica sta producendo i suoi effetti anche sul mestiere più vecchio del mondo.
“Non sono ancora grandi numeri – ha osservato Claudia De Coppi referente dell’Unità di Strada del Gruppo Abele – ma capita sempre più spesso di incontrare donne italiane che si prostituiscono disperate perché hanno perso il posto di lavoro o non riescono a trovarne uno”. Non solo ma “mentre fino a poco tempo fa il nostro approccio – ha aggiunto De Coppi – era in prevalenza di tipo sanitario distribuendo anche materiale per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili oggi diamo anche generi di prima necessità, cibo specialmente alle donne nigeriane”.
I dati raccolti dal gruppo Abele sui contatti delle Unità di Strada relativi al 2008-2009 a Torino e nei comuni limitrofi di Candiolo Grugliasco e Collegno vedono prime in classifica le nigeriane (1.248), seguite dalle donne provenienti dall’est Europeo (572, di cui 235 dalla Romania). In un anno sono state contattate 171 minorenni e 21 transessuali che – è stato sottolineato – hanno visto peggiorare la loro condizione umana dopo la risonanza mediatica del caso Marrazzo.