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02 maggio 2010

Il Papa venera la Sindone icona umanità oscurata da orrori

Davanti alla Sindone il telo che – secondo la tradizione – avvolse il corpo di Gesù dopo la croce il Papa parla del nascondimento di Dio di una umanità oscurata dagli orrori del XX secolo ma anche di quelli di oggi; solleva il tema della morte e della sensazione spaventosa di abbandono e confessa che col passare degli anni si sente “più sensibile” al messaggio della sacra icona. Anche perché, stavolta è venuto a renderle omaggio come “Successore di Pietro”, portando nel suo cuore la Chiesa e l’umanità.

La preghiera in ginocchio davanti alla teca illuminata del lino che riprodurrebbe il volto e il corpo martoriati di Cristo nel duomo di Torino è stato il momento centrale di una visita di undici ore che il pontefice ha compiuto oggi nel capoluogo piemontese.

Altri avvenimenti e altri discorsi hanno però arricchito una giornata particolarmente intensa: dall’appello rivolto ai politici durante la messa mattutina in Piazza San Carlo perché perseguano sempre il “bene comune”, alla solidarietà espressa ai disoccupati ai precari agli immigrati nella città-regno della Fiat. Tra l’altro Benedetto XVI ha anche salutato privatamente il neo presidente del colosso torinese John Elkann. Poi l’incontro con i giovani a cui ha chiesto di non vivacchiare ma di compiere scelte definitive e la commovente sosta tra i malati del Cottolengo esortati da lui a non sentirsi estranei al mondo.

Il cielo plumbeo e gli scrosci di pioggia non hanno impedito ad una folla di decine di migliaia di torinesi di offrire al Papa un caloroso saluto in un momento così difficile per il suo pontificato a causa degli scandali di pedofilia che stanno minando l’immagine della Chiesa. Particolarmente festoso quello dei giovani che lo hanno accolto tra canti ola danze e girotondi. Dall’allegria pomeridiana di questo incontro Benedetto XVI è passato nell’oscurità del Duomo per pregare e riflettere davanti alla Sindone.

La Sindone inoltre ha spiegato è un’icona che interpella in tutta la sua attualità, l’umanità oscurata dalle guerre dalle violenze e in particolare dagli orrori del secolo scorso dai lager ai gulag, da Hiroshima a Nagasaki.

In serata la tappa tra i sofferenti estremi del Cot­tolengo è stato l’ultimo simbolico impegno. Poi poco prima delle 20:00 la ripartenza per Roma in aereo da Caselle.



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