15 settembre 2024

15 SETTEMBRE 1919 – Nasce Fausto Coppi.

COPPI

Milano – Sanremo, anno 1946, Fausto Coppi scollina in solitaria il passo del Turchino e arriva primo. Ha 14 minuti di vantaggio sul secondo ciclista in gara. Nicolò Carosio alla radio annuncia: “Primo Fausto Coppi. In attesa degli altri corridori, trasmettiamo musica da ballo”.

Angelo Fausto Coppi nasce a Castellania (Alessandria), Da ragazzo fa il garzone di bottega in una salumeria di Novi Ligure, proprio a Novi incontra Biagio Cavanna, massaggiatore cieco e guru del ciclismo italiano. Coppi disputa la prima gara nel 1937, nell’estate dell’anno successivo ottiene la prima vittoria a Castelletto d’Orba. Nel 1939 partecipa a una corsa a Pavia, Cavanna scrive indicando due nomi a Giovanni Rossignoli della Bianchi: “Ti mando due corridori. Uno, il Coppi, vincerà, l’altro farà quel che potrà”. Coppi vince e l’anno successivo passa al professionismo alla Legnano come gregario di Gino Bartali.

Nel 1940 esordisce nel Giro d’Italia, dove dovrebbe aiutare il capitano, Bartali è però vittima di una brutta caduta durante le prime tappe e ha limitate possibilità di vittoria. Fausto Coppi ha quindi via libera: conquista la maglia rosa sull’Abetone e la difende fino a Milano. A soli 20 anni è il più giovane vincitore della storia del Giro.

Dopo quella prima importante vittoria, il Campionissimo, diventerà il corridore più famoso, completo e vincente dell’epoca d’oro del ciclismo. E’ tutt’ora considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi.

Nonostante il fisico poco competitivo, Coppi ha dalla sua una notevole agilità muscolare, oltre a un sistema cardiocircolatorio fuori dal comune, caratteristiche che ne esaltavano la resistenza sotto sforzo. Ha inoltre una struttura ossea molto leggera, e purtroppo molto fragile, che gli avvale l’appellativo di “Airone”.

Ha vinto 5 volte il Giro d’Italia e 2 volte il Tour de France, E’ Campione del Mondo nel 1953, Campione del Mondo di inseguimento nel ciclismo su pista negli anni ’47 e ’49 e Primatista dell’ora dal 1942 al 1956.

Le storiche imprese, la vita privata fatta di scelte forti e controcorrente e le tragiche circostanze della sua morte, ne hanno fatto un mito della storia sportiva italiana.



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