12 AGOSTO 1943 – Claretta Petacci al carcere di Novara
La famiglia Petacci è stata arrestata a Meina e condotta nel carcere di Novara per ordine del maresciallo Badoglio, nuovo capo del governo composto da militari e tecnici. Il motivo per cui la famiglia di Claretta viene arrestata al completo è banale: al padre, professor Francesco Saverio, viene addebitato l’incauto acquisto di un tappeto persiano. I Petacci sono in quattro e attendono in cella gli sviluppi dell’intricata vicenda.
Claretta è l’amante di Benito Mussolini e i carcerieri le dimostrano tutto il loro disprezzo, qualcuno sfiora punte di sadismo. Lei cade in preda alla disperazione: la cella è buia, piccola, umida e sudicia. Le starà vicina solo una donna, Rina Musso, patronessa delle carceri e rappresentante del Vescovo di Novara.
L’esperienza trasforma la prigioniera da piccola borghese viziata in donna vera.
La storia non si ferma e l’8 settembre 1943 i tedeschi occupano il nord Italia, nasce la Repubblica Sociale italiana. I Petacci vengono liberati il 17 settembre, Claretta raggiunge Mussolini a Salò. Ma Benito è un’altra persona, appare spento, annebbiato, smarrito. Nonostante questo Claretta decide di restargli vicino, sfidando le ire della moglie Rachele, i controlli dei tedeschi, e l’aperta ostilità dei nuovi dirigenti del fascismo repubblicano.
Sarà con Benito Mussolini anche il 28 aprile del 1945 a Mulino di Mezzegra sul lago di Como, quando entrambi saranno falciati dalla scarica di una mitragliatrice partigiana.