6 agosto 2005 – Funerali della piccola Matilda
Non c’era Elena Romani, ai funerali della figlia Matilda. Non voleva esserci per evitare tensioni. C’era però il padre, Simone, i nonni materni e paterni e una grande folla davanti alla chiesa di San Giovanni Battista, nel centro di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Amici, parenti per un saluto alla bimba di 22 mesi morta il 2 luglio nella casa di Roasio, in provincia di Vercelli. Con l’accusa di omicidio volontario in carcere c’è la madre Elena Romani, 31 anni, ex hostess, arrestata il 15 luglio. La donna si dichiara innocente e lo ha ripetuto ancora ieri nell’aula del Tribunale del Riesame di Torino dove accusa e difesa si sono scontrati soprattutto in merito ad alcune intercettazioni ambientali. I giudici decideranno entro lunedì, se la donna potrà essere scarcerata. Indagato per questa storia anche il fidanzato Antonio Cangialosi. Neanche lui c’era stamattina in chiesa. Lì dove c’era la foto di Matilda, un piccolo biglietto “ciao Mati” e un mazzo di girasoli, i fiori che ricordavano la personalità della bambina. Quella che invece ha voluto leggere oggi monsignor Claudio Livetti, prevosto di Busto Arsizio, è stata una lettera degli amici più cari. “Ciao piccola principessa. Vivrai sempre nel nostro cuore”, c’era scritto. “Il colpevole verrà punito dalla legge umana – ha detto monsignor Livetti – quella di Dio invece è diversa si basa sulla misericordia. Se c’è pentimento c’è il perdono”.
Anni di indagini e di processi non hanno ancora portato all’identificazione di chi ha ucciso Matilda. La mamma, Elena Romani, è stata completamente assolta dopo 3 gradi di giudizio mentre per il suo compagno Antonio Cangialosi, più volte indagato e processato ma sempre prosciolto e assolto.
Quindi nessuna giustizia per la piccola Matilda.