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17 agosto 2011

Auto contromano su A26: accusa è omicidio volontario e albanese va in carcere

Omicidio volontario plurimo aggravato. È l’accusa per Ilir Beti, l’imprenditore edile al­banese che sabato scorso, guidando contromano e ubriaco, ha causato la morte di quattro giovani francesi sulla A26.

Lo hanno confermato i dirigenti della Polstrada e della Squadra Mo­bile nella conferenza stampa in corso alla Que­stura di Alessandria. A Ilir Beti era già stata ritirata la patente, per un mese, nel 2006, per guida in stato di ebbrezza. E prima di causare la strage in autostrada dei giovani turisti francesi aveva avuto un violento diverbio con un automobilista sulla A26, quando ancora guidava nella direzione giusta, da Genova ad Alessandria. Non solo: tra i suoi precedenti c’è anche un’aggressione, a un automobilista, che aveva minacciato puntandogli un cacciavite alla go­la dopo aver rigato la carrozzeria della sua vettura con lo stesso utensile.

Sono questi nuovi elementi e testimonianze raccolti in collaborazione dalla Squadra Mobile della Questura di Alessandria con la Polizia stradale di Alessandria e Ovada, oltre il rischio di reiterazione del reato, di fuga e inquinamento delle prove, a convincere il pm Riccardo Ghio a chiedere l’ordinanza, e al gip Stefano Moltrasio di emettere, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario plurimo aggravato. “L’evolversi del quadro probatorio” e la ricostruzione di un “carattere propenso a delinquere”, come è stato sintetizzato nella conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio nella Questura alessandrina, hanno quindi portato Beti nel carcere di Alessandria.



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