Indagini su omicidio perito informatico, un giallo
Forse quei due telefonini non li ha dimenticati a casa, li ha lasciati apposta per dare una traccia, forse perché si sentiva in pericolo? Paolo Pilla, il tecnico informatico di 34 anni ucciso con 3 colpi di pistola a pochi metri dalla villa sulla collina torinese comprata ad un’asta potrebbe aver così pensato di lasciare delle indicazioni, in caso gli fosse successo qualcosa. Secondo i suoi amici non usciva mai senza i cellulari. E gli inquirenti adesso stanno proprio analizzando i tabulati per disegnare gli ultimi movimenti e contatti della vittima. Si lavora anche sui computer trovati nella sua casa di via degli Artisti a Torino: almeno una decina che lui aveva in riparazione. In quei pc ha trovato qualcosa di scomodo? Tanti i punti ancora oscuri. I suoi vestiti che non si trovano e le chiavi della macchina: sparite. Si indaga sui suoi piccoli precedenti penali: ricettazione, truffa, una denuncia per usura, rapporti burrascosi con l’ex compagna da cui aveva avuto un figlio. Insomma un puzzle davvero complicato da ricostruire per dare un nome e un volto all’assassino.
Se è vero, come scrivono i giallisti, che spesso la chiave di un delitto è nella stessa scena dove matura, basta alzare lo sguardo dalla fossa dove hanno sepolto il cadavere di Paolo Pilla e spunta a 150 metri con tutto il suo carico di sospetti il vecchio rustico che la vittima aveva da poco acquistato ad un’asta fallimentare. Una villa in disuso con piscina e un bosco da 20 mila metri quadrati, che il perito informatico si era aggiudicato per 85 mila euro. Con una buona ristrutturazione sarebbe stata valutata molto di più. È dentro questo affare che potrebbe annidarsi il movente di un omicidio misterioso che scuote l’estate torinese.