Crollo liceo Darwin: una condanna, sei assoluzioni
Una condanna e sei assoluzioni nel processo per il crollo, il 22 novembre 2008, di una controsoffittatura nel liceo scientifico Darwin di Rivoli (Torino) dove morì uno studente di 17 anni, Vito Scafidi, e un suo compagno di classe, Andrea Macrì, rimase paralizzato per sempre.
Nel processo, conclusosi oggi, è stato riconosciuto colpevole soltanto Michele Del Mastro, funzionario della Provincia di Torino. A lui sono stati inflitti quattro anni di reclusione. Sono stati assolti, invece, gli altri funzionari della Provincia che gli sono succeduti nell’incarico: Enrico Marzilli, Massimo Masino e Sergio Moro. Assolti anche i tre docenti dell’istituto che si erano alternati negli anni con l’incarico di responsabili della sicurezza all’interno della scuola: Fulvio Trucano, Paolo Pieri e Diego Sigot.
Per il giudice monocratico Alessandra Salvadori, che ha pronunciato la sentenza, è dunque colpevole il solo Michele Del Mastro, che seguì i lavori di manutenzione del liceo Darwin quando venne effettuato il maxi intervento di ristrutturazione con la costruzione del controsoffitto che poi crollò.
“Un brutto segnale al Paese. Nostro figlio è morto invano”: così Fortunato Scafidi, padre di Vito, lo studente travolto nel crollo del liceo “Darwin” di Rivoli (Torino) tre anni fa, definisce la sentenza che ha inflitto una condanna e mandato assolti sei indagati.
“Ci aspettavamo giustizia – ha detto – anche se neppure condanne di cento anni a testa ci avrebbero restituito nostro figlio. Ma almeno sarebbe stato un segnale. Così, invece, si continuerà a lavorare nello stesso modo, tanto ormai ci sarà la certezza che nessuno va in galera. Avevamo paura che nostro figlio fosse morto invano e infatti è stato proprio così”.
Scafidi, dunque, non condivide la disamina del pm Raffaele Guariniello, che comunque ritiene che la sentenza abbia dato un segnale forte. “Tutte le persone accusate – spiega – continueranno a lavorare nel settore pubblico e a prendere i loro stipendi. Per la morte di un ragazzo di 17 anni in una scuola una condanna a quattro anni in primo grado, che magari verrà ulteriormente ridotta o annullata in secondo, è troppo poco. Penso che quanto accaduto oggi sia deprimente per il futuro dei nostri ragazzi. Se si continua così il Paese va a picco”.
Secondo Renato Ambrosio, legale della famiglia Scafidi, nell’accordare le provvisionali nei confronti della famiglia il giudice “ha stabilito implicitamente che il danno è molto più grande”. Il risarcimento complessivo, infatti, andrà stabilito in sede civile e le provvisionali ne costituiscono soltanto un anticipo.