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05 luglio 2011

Eternit: le richieste dell’accusa al processo

Tremila vittime dell’a­mianto tra lavoratori ma anche tra i cittadini adulti e bambini di quattro centri: da Casale Monferato, Bagnoli, Rubiera a Cavagnolo in provincia di Torino dove hanno sede gli stabilimenti ita­liani dell’Eternit. Dopo 50 udienze sono stati richiesti 20 anni di carcere dal pm Raffae­le Guariniello per i vertici dell’azienda Eter­nit Stephan Schmidheiny, uomo d’affari e miliardario svizzero, e per Louis de Cartiere de Marchienne, barone belga di 89 anni. I due sono imputati di disastro doloso e omis­sione delle cautele anti-infortunistiche che hanno provocato la morte di migliaia di persone. Una pena po­co più che simbolica per il barone belga prossimo ai novant’an­ni. Le vittime individuate dall’indagine del­la Procura di Torino sono state circa 3000, che ne fanno il processo sull’amianto più grande d’Europa. I fatti contestati vanno dal 1952 al 2008. “Una tragedia immane e sconvolgente” l’ha definita il pm Guariniello dove i vertici dell’azienda sono colpevoli di disastro ambientale. Sapevano della cancerogenicità dell’amianto e l’hanno negata. Nell’aula del tribunale di Torino c’erano i familiari delle vittime dell’Eternit che in tutti questi anni hanno portato avanti la loro battaglia. La sentenza è prevista in autunno.



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