Eternit: le richieste dell’accusa al processo
Tremila vittime dell’amianto tra lavoratori ma anche tra i cittadini adulti e bambini di quattro centri: da Casale Monferato, Bagnoli, Rubiera a Cavagnolo in provincia di Torino dove hanno sede gli stabilimenti italiani dell’Eternit. Dopo 50 udienze sono stati richiesti 20 anni di carcere dal pm Raffaele Guariniello per i vertici dell’azienda Eternit Stephan Schmidheiny, uomo d’affari e miliardario svizzero, e per Louis de Cartiere de Marchienne, barone belga di 89 anni. I due sono imputati di disastro doloso e omissione delle cautele anti-infortunistiche che hanno provocato la morte di migliaia di persone. Una pena poco più che simbolica per il barone belga prossimo ai novant’anni. Le vittime individuate dall’indagine della Procura di Torino sono state circa 3000, che ne fanno il processo sull’amianto più grande d’Europa. I fatti contestati vanno dal 1952 al 2008. “Una tragedia immane e sconvolgente” l’ha definita il pm Guariniello dove i vertici dell’azienda sono colpevoli di disastro ambientale. Sapevano della cancerogenicità dell’amianto e l’hanno negata. Nell’aula del tribunale di Torino c’erano i familiari delle vittime dell’Eternit che in tutti questi anni hanno portato avanti la loro battaglia. La sentenza è prevista in autunno.